Sono Giulia, ho 22 anni e studio Scienze dell’Educazione all’Università di Padova. Ho terminato la mia esperienza come volontaria di servizio civile alla cooperativa sociale Fratres poco più di un anno fa ed ora sono qui a fare ordine tra i ricordi e le emozioni e voglio provare a racchiudere in poche parole chiave quello che, anche a distanza di tempo, sento abbia una presenza e un valore non indifferenti.
Consapevolezza: nello svolgere il mio servizio mi sono inoltrata alla scoperta non solo di un ambiente lavorativo nuovo e di un ruolo specifico all’interno di esso, ma in primo luogo alla scoperta di Giulia. Sono andata alla ricerca di ciò che sapevo e sapevo fare per metterlo in gioco, ma ho prestato attenzione anche a capire ciò di cui avevo bisogno, e ancora non possedevo in termini di conoscenze e abilità.
Partecipazione: sia all’interno del gruppo di volontari negli incontri di formazione, ma ancor più all’interno della struttura Fratres, non mi sono sentita coinvolta come uno spettatore completamente immerso all’interno di una scena cinematografica, io mi sono sentita “attiva”. Ricordo il bisogno e soprattutto la voglia di confrontarmi con gli operatori, la voglia di apprendere nuove strategie, di sperimentare nuove attività e anche di contribuire sentendomi libera di esprimere osservazioni e opinioni.
Responsabilità: il prendersi cura non è solamente riferito al ruolo talvolta assistenziale che è richiesto all’interno della struttura , mi riferisco alla cura nel prestare attenzione ai bisogni specifici e particolari di ognuno. In una struttura che accoglie un numero considerevole di ragazzi, come la cooperativa Fratres, seppur a volte difficile, resta indispensabile il rispettare e dar spazio ai tempi dei singoli e contemporaneamente mantenere una visione d’insieme nel rapporto di ognuno con i propri compagni di area. La responsabilità inoltre, non solo nelle azioni e nei comportamenti, ma anche nelle parole che devono spesso essere scelte con attenzione.
Competenze : Frequentando l’università, avevo sentito più volte parlare di competenze. Il problema è che non avevo mai potuto capire davvero cosa fosse una competenza. Certo, mi era stato spiegato essere l’insieme di conoscenze ed abilità; ma dove potevo trovare ed acquisire le abilità se tutto ciò che mi era richiesto era assimilare quanto era scritto sui libri?! È per l’aspetto pratico, per il toccare con mano quanto stavo (e sto) studiando, che avevo deciso di intraprendere l’esperienza di servizio civile. Competenze che non sono necessarie solo all’interno di ambienti lavorativi, ma nelle situazioni quotidiane di dialogo e rapporto con le diversità e più in generale in tutta la comunicazione interpersonale.
Sto allora continuando a portare con me la convinzione che le competenze che ho e sto acquisendo non possano rimanere statiche, ma siano in continuo movimento e in connessione tra loro. Credo che esperienze come queste, rivolte soprattutto alle giovani generazioni, aiutino a capire quanto sia importante mettersi in discussione e mettere in discussione ciò che portiamo nel nostro bagaglio per rimanere “aperti” ad interagire con ciò che c’è di nuovo sotto la superficie, con il non ordinario e per questo straordinario.
Giulia Pivato, “Ret.I.S.(Rete per Inclusione Sociale)”, progetto regionale 2013
Scrivi un Commento